La cessazione della materia del contendere si verifica quando, successivamente all'instaurazione del giudizio, interviene un provvedimento della pubblica amministrazione che soddisfa pienamente l'interesse pretensivo del ricorrente, facendo venir meno l'utilità pratica della pronuncia giurisdizionale. In tali casi, il giudice amministrativo, accertata la sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, dichiara la cessazione della materia del contendere, compensando le spese di giudizio. Tale istituto, previsto dall'art. 34, comma 5, del Codice del processo amministrativo, consente di evitare pronunce meramente dichiarative, garantendo l'economia processuale e la concentrazione del contenzioso. La declaratoria di cessazione della materia del contendere presuppone che l'amministrazione abbia adottato un provvedimento satisfattivo dell'interesse pretensivo del ricorrente, eliminando integralmente i vizi dedotti in giudizio. In tal modo, il giudice amministrativo, pur non entrando nel merito della controversia, riconosce l'avvenuta rimozione della situazione lesiva lamentata dal ricorrente, con conseguente venir meno dell'utilità della pronuncia giurisdizionale.