Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2651 del 24 gennaio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:2651PEN

Massima

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Il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta reiterata di minacce o molestie, anche se realizzata in un breve arco temporale, determina nella vittima un progressivo accumulo di disagio che degenera in uno stato di prostrazione psicologica, manifestato in una delle forme previste dalla norma incriminatrice, quali l'alterazione delle proprie abitudini di vita o il perdurante stato di ansia o di paura o il fondato timore per la propria incolumità o di un prossimo congiunto. La valutazione dell'attendibilità della persona offesa, quale testimone, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo che il giudice di merito non sia incorso in manifeste contraddizioni, non ravvisabili nel caso di specie. Inoltre, la riconducibilità di reati commessi da imputato e persona offesa in danno reciproco l'uno dell'altra, all'interno della previsione di cui all'art. 371 c.p.p., comma 2, lett. b), impone di escludere la possibilità di esaminare la persona offesa quale testimone puro e semplice e, dunque, di valutarne la deposizione secondo le regole che presiedono alla valutazione della prova testimoniale, salvo che non si tratti di reati che, seppure formalmente reciproci, siano stati consumati in contesti spaziali e temporali del tutto distinti ed estranei a tale disposizione. La qualificazione giuridica del fatto come delitto di atti persecutori, ai sensi dell'art. 612-bis c.p., è corretta laddove la motivazione della sentenza renda conto, in modo logico e privo di contraddizioni, della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, dando atto di una serie di episodi, all'esito dei quali, come risultato della condotta nel suo complesso, si è verificato l'evento del reato contestato, costringendo la vittima ad un necessario mutamento delle abitudini di vita e determinando un grave stato di ansia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GUARDIANO Alfredo - Presidente

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/02/2021 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BARBARA CALASELICE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore GIORDANO LUIGI;
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Milano ha confermato la condanna, …

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