Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19359 del 17 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19359PEN

Massima

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Il reato di diffamazione commesso mediante la diffusione di notizie lesive dell'altrui reputazione allocate in un sito della rete "Internet" è di competenza territoriale del luogo di domicilio dell'imputato, in applicazione della regola suppletiva stabilita dall'articolo 9 c.p.p., comma 2. Le espressioni offensive e spregiative, come "frocio" e "schifoso", utilizzate per offendere l'identità personale e l'altrui personalità, costituiscono diffamazione, in quanto percepite dalla stragrande maggioranza della popolazione italiana come veicolo di avvilimento, come dimostrato dalle reazioni di disapprovazione sociale che tali termini suscitano. La diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l'uso di una bacheca "Facebook" integra l'ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell'articolo 595 c.p., comma 3, in quanto la condotta è potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato o quantitativamente apprezzabile di persone. L'acquisizione di una prova, come la registrazione di una trasmissione radiofonica, non necessita del consenso della difesa dell'imputato, trattandosi di prova ai sensi dell'articolo 234 c.p.p. che può essere liberamente acquisita e valutata dal giudice, senza che l'imputato abbia contestato il proferimento delle frasi a lui attribuite. Pertanto, il giudice può legittimamente ritenere irrilevante l'audizione di un testimone, come il conduttore della trasmissione, quando l'imputato non ha contestato il merito delle dichiarazioni a lui attribuite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/01/2020 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. LOCATELLI Giuseppe, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Milano ha confermato la decisione di primo grado, che aveva condannato (O…

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