Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3319 del 31 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:3319PEN

Massima

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L'aggravante di cui all'art. 61, n. 11, c.p. per l'abuso di relazioni di prestazione d'opera o di coabitazione con la persona offesa può essere riconosciuta anche quando il rapporto di fiducia e di prossimità non intercorra direttamente tra l'autore del reato e la vittima, ma tra l'autore e un terzo soggetto che abbia agevolato la commissione del fatto in danno della persona offesa, purché tale rapporto sia stato strumentalmente utilizzato per la realizzazione del reato. In tali casi, la valutazione della sussistenza dell'aggravante da parte dei giudici di merito, se congruamente motivata, non è suscettibile di censure in sede di legittimità, in quanto rientra nell'ambito del loro potere discrezionale di apprezzamento degli elementi di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antoni - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. FE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 205/2008 CORTE APPELLO di CAMPOBASSO, del 18/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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