Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20089 del 20 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:20089PEN

Massima

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Il disturbo mentale parziale, pur non escludendo la capacità di intendere e di volere, può comportare una diminuzione della responsabilità penale dell'imputato, con conseguente applicazione della relativa attenuante. Il giudice, nel valutare la sussistenza e l'incidenza del vizio di mente, deve tenere conto delle risultanze peritali, senza essere vincolato da precedenti pronunce giurisdizionali che non siano state portate al suo esame. La motivazione della decisione giudiziale che riconosce il vizio parziale di mente e applica la diminuente di cui all'art. 89 c.p. deve essere logica e giuridicamente corretta, senza necessità di trarre la "logica conseguenza" di una totale incapacità di intendere e di volere, ove questa non emerga dalle prove acquisite. Il giudice non può essere considerato carente o illogico per non aver valutato elementi probatori di cui non era a conoscenza per mancata allegazione da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PR. CA. , N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 27/03/2006 CORTE DI APPELLO di PALERMO;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Izzo Gioacchino, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. Imbornone Paolo.

MOTIVI DELLA DECISIONE…

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