Il datore di lavoro è titolare di una posizione di garanzia in materia di sicurezza sul lavoro, che comporta l'obbligo di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l'integrità fisica dei lavoratori, vigilando affinché siano rispettate le norme antinfortunistiche e che il lavoratore possa prestare la propria opera in condizioni di sicurezza. Tale posizione di garanzia si estende anche al controllo della correttezza dell'agire del lavoratore, essendo imposto al datore di lavoro di esigere dal lavoratore il rispetto delle regole di cautela. La violazione di tali obblighi da parte del datore di lavoro comporta la sua responsabilità penale per i reati di omicidio colposo o lesioni colpose, a meno che non dimostri di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi e di aver affidato ad un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza di tali modelli. Anche la società di cui il datore di lavoro è legale rappresentante può essere chiamata a rispondere ai sensi del D.Lgs. 231/2001 per il reato colposo commesso nell'interesse o a vantaggio dell'ente, a meno che non dimostri di aver adottato ed efficacemente attuato i predetti modelli organizzativi. Il comportamento colposo del lavoratore infortunato non esclude la responsabilità del datore di lavoro, se tale comportamento non presenta i caratteri dell'eccezionalità, imprevedibilità e assoluta anomalia rispetto alle mansioni svolte e all'intervento richiesto.