Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29250 del 21 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29250PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare l'istanza di revoca o sostituzione di una misura cautelare, è tenuto a verificare l'esistenza di eventuali nuovi elementi che possano far ritenere cessate o affievolite le originarie esigenze cautelari, senza poter sindacare la diversa interpretazione dei dati processuali già valutati in sede di applicazione della misura. La motivazione del provvedimento che rigetta l'impugnazione deve essere esauriente e logica nell'evidenziare gli elementi ostativi all'accoglimento del gravame, senza che assumano rilievo, di per sé, fattori quali l'attività lavorativa svolta dall'indagato o la durata della custodia cautelare sofferta, in assenza di un mutamento delle esigenze cautelari. Il giudice, pertanto, nel confermare la misura restrittiva, non è tenuto a dare conto di una diversa valutazione dei medesimi elementi già posti a fondamento della precedente ordinanza, essendo sufficiente la congrua e adeguata motivazione in ordine alla perdurante sussistenza dei presupposti di cui all'art. 274 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VE. RE. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1276/2010 TRIB. LIBERTA' di FIRENZE, del 24/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

sentite le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha chiesto l'annullamento con rinvio.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 24-11-2010 il Tribunale di Firenze rigettava l'appello proposto da VE. Re. …

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