La dichiarazione di interesse culturale di un bene immobile, anche se appartenente al demanio pubblico e concesso in uso a un soggetto privato, è legittima e non contrasta con la funzione servente del bene rispetto alla concessione, in quanto l'apposizione del vincolo culturale mira a tutelare la qualità intrinseca del bene, imponendo al possessore/usuario obblighi di conservazione che non necessariamente contrastano con la destinazione funzionale del bene. Pertanto, il possessore/usuario del bene demaniale, pur non essendone il proprietario, ha un interesse giuridicamente rilevante a impugnare il provvedimento di dichiarazione di interesse culturale, in quanto tale atto incide sulla sua sfera giuridica, imponendogli specifici obblighi di tutela. Inoltre, la mancata comunicazione di avvio del procedimento all'autorità concedente (ANAS) non inficia la legittimità del provvedimento, in quanto il principale interlocutore dell'amministrazione è il possessore/usuario del bene, al quale deve essere notificata la comunicazione di avvio. Infine, la diversità delle procedure previste per i beni di proprietà privata (art. 13 d.lgs. 42/2004) e per i beni demaniali (art. 12 d.lgs. 42/2004) non rileva ai fini della legittimità del provvedimento, in quanto l'effetto finale, consistente nell'imposizione di obblighi di tutela, è sostanzialmente analogo.