Il giudice, nel determinare la pena per il reato di lesioni personali gravi, può applicare la pena massima prevista dalla legge tenendo conto dell'entità delle lesioni cagionate e della pericolosità sociale dell'imputato desunta dai suoi precedenti penali, e può successivamente ridurre tale pena di un terzo in ragione della scelta del rito abbreviato, senza che ciò comporti una violazione del principio di equivalenza tra attenuanti e aggravanti. Il giudice, nel determinare la pena per il reato di lesioni personali gravi, può applicare la pena massima prevista dalla legge tenendo conto dell'entità delle lesioni cagionate, come uno sfregio che deturpa in modo rilevante il volto della vittima, e della pericolosità sociale dell'imputato desunta dai suoi numerosissimi precedenti penali per gravi fatti. Successivamente, il giudice può ridurre tale pena di un terzo in ragione della scelta del rito abbreviato, senza che ciò comporti una violazione del principio di equivalenza tra attenuanti e aggravanti, in quanto tale diminuzione è già stata applicata. Il giudice, pertanto, può legittimamente concedere le attenuanti generiche ritenute equivalenti alle contestate aggravanti, compresa la recidiva, e ridurre ulteriormente la pena per la scelta del rito abbreviato, senza incorrere in vizi di motivazione o violazioni di legge.