Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23210 del 23 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:23210PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti può essere desunto da una pluralità di elementi indiziari, quali i rapporti intrattenuti con altri partecipi all'organizzazione criminale, la capacità di interagire con ambienti criminali di rilievo, la disponibilità a organizzare numerose compravendite di stupefacenti di vario tipo, nonché il ruolo strategico assunto nell'ambito dell'associazione, anche quale punto di riferimento per gli sbarchi di droga nel porto di provenienza. Tali elementi, valutati complessivamente e in modo non illogico, possono integrare gravi indizi di colpevolezza, idonei a giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, anche in assenza di una specifica motivazione in ordine alla configurabilità della circostanza aggravante della promozione e organizzazione dell'associazione, ove tale circostanza non costituisca presupposto necessario per l'applicazione della misura. La valutazione autonoma delle esigenze cautelari da parte del giudice, inoltre, non richiede un'analitica confutazione di ogni singolo elemento posto a base della richiesta del pubblico ministero, essendo sufficiente che il provvedimento contenga una motivazione adeguata e logica, che dia conto delle ragioni per le quali sono state ritenute sussistenti le esigenze cautelari, come l'esigenza di compiere ulteriori indagini e l'inserimento del soggetto nei circuiti criminali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovan - Rel. Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12/5/2017 del Tribunale di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Liberati Giovanni;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Pratola Gianluigi, che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso;
udito per la ricorrente l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

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