Il pestaggio di un soggetto da parte di agenti di polizia in caserma, accertato sulla base di plurimi elementi di prova (dichiarazioni della persona offesa, di altri arrestati, di colleghi degli imputati, referti medici, intercettazioni), integra il reato di lesioni aggravate, anche quando le lesioni non abbiano cagionato malattia superiore ai venti giorni. La responsabilità del concorrente, che non abbia materialmente eseguito le percosse ma abbia comunque agevolato e rafforzato l'azione del coautore, può essere affermata sulla base di elementi indiziari, come la sua presenza durante il pestaggio e il suo atteggiamento di approvazione e vigilanza. La contestazione di una circostanza aggravante in dibattimento, anche in assenza di nuovi elementi probatori rispetto a quelli già acquisiti nelle indagini preliminari, è legittima, purché sia assicurato all'imputato il diritto al contraddittorio e al termine a difesa. Il reato di lesioni aggravate è procedibile d'ufficio, anche quando le lesioni non abbiano cagionato malattia superiore ai venti giorni, qualora sia contestata l'aggravante dell'uso dell'arma.