Il parere negativo della Soprintendenza in merito alla realizzazione di un impianto di distribuzione di carburanti in una zona di particolare pregio paesaggistico e valore storico-architettonico è legittimo, in quanto l'amministrazione preposta alla tutela del vincolo paesaggistico, pur dovendo consentire la realizzazione di opere di interesse pubblico anche in deroga alle norme e prescrizioni delle singole zone del piano paesistico, è comunque tenuta a valutare la compatibilità ambientale del singolo intervento, potendo negare l'autorizzazione paesaggistica qualora l'opera, per le sue caratteristiche dimensionali, qualitative e di collocazione, risulti incompatibile con i valori paesaggistici e storico-architettonici del contesto di riferimento. Pertanto, il giudizio di incompatibilità paesaggistica espresso dalla Soprintendenza, adeguatamente motivato con riferimento alle peculiarità del progetto e del suo inserimento in un contesto di pregio, non può essere censurato per difetto di motivazione, contraddittorietà o erroneità dei presupposti, in quanto rientrante nell'esercizio della discrezionalità tecnica dell'amministrazione, sindacabile solo in caso di manifesta irragionevolezza, incoerenza o errore tecnico. Inoltre, l'obbligo di motivazione del provvedimento non implica la necessità di una specifica disamina e confutazione di tutte le osservazioni presentate dalla parte nel corso del procedimento, essendo sufficiente che l'amministrazione dimostri di averle comunque acquisite e valutate. Infine, la domanda di risarcimento del danno da ritardo nell'adozione del provvedimento è infondata, in quanto il mero superamento del termine di conclusione del procedimento non integra di per sé la prova del danno, dovendo il ricorrente dimostrare tutti gli elementi costitutivi della responsabilità ai sensi dell'art. 2043 c.c.