Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21624 del 7 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:21624PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di un'associazione di tipo mafioso, deve effettuare una valutazione complessiva e sinergica di tutti gli elementi indiziari, senza sminuirne immotivatamente la valenza probatoria, anche quando singolarmente considerati potrebbero essere suscettibili di interpretazione alternativa. In particolare, assume rilevanza la natura e la frequenza dei contatti con esponenti della criminalità organizzata, nonché la condotta tenuta in relazione alla latitanza di soggetti legati all'indagato da vincoli familiari, i quali non possono costituire di per sé una franchigia per illeciti più gravi. Inoltre, il giudice non può trascurare di apprezzare la cultura e le dinamiche proprie delle associazioni mafiose nel valutare la sussistenza della partecipazione associativa, senza degradarla immotivatamente al rango di mero favoreggiamento personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI CATANZARO;

nei confronti di:

1) GA. DO. N. IL (OMESSO) C/;

avverso l'ordinanza n. 1360/2009 TRIB, LIBERTA' di CATANZARO, del 15/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott ALFONSO AMATO;

lette/sentite le conclusioni del P.G. DI POPOLO Angelo: ann.to c.r..

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ga. Do. veniva raggiunto da ordinanza custodiale in carc…

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