Cassazione penale Sez. III sentenza n. 39725 del 3 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:39725PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene può essere disposto dal giudice per il reato di cui agli articoli 483 e 494 c.p. anche quando l'azione penale sia già stata esercitata mediante decreto di citazione diretta a giudizio, purché il decreto di sequestro sia emesso prima dell'inizio del dibattimento. Tuttavia, il giudice non può utilizzare ai fini del sequestro le dichiarazioni autoindizianti rese dall'indagato in sede di sommarie informazioni, in quanto ciò violerebbe il divieto di cui all'articolo 63 c.p.p. Pertanto, il sequestro preventivo è legittimo se disposto dal giudice competente, sulla base di elementi probatori diversi dalle dichiarazioni autoindizianti dell'indagato, anche quando l'azione penale sia già stata esercitata, purché prima dell'inizio del dibattimento. La rinuncia al ricorso da parte dell'indagato comporta l'inammissibilità del ricorso stesso, senza che ciò determini la condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria, qualora la proposizione del ricorso non sia stata viziata da colpa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Tu. Vi. , nato il (OMESSO);

Avverso Ordinanza Gip Tribunale di Roma, emessa il 20/12/2010;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero nella persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Il Gip del Tribunale di Roma, con decreto emesso il 7/1/2011, disponeva il sequestro preventivo dell'area demaniale sita tra la via del mare …

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