Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16954 del 4 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16954PEN

Massima

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Il reato di ingiuria sussiste anche quando le espressioni offensive sono pronunciate all'interno della propria abitazione, purché la parte offesa ne abbia effettiva conoscenza, in quanto la condotta ingiuriosa è integrata dalla consapevolezza dell'agente che la vittima possa percepire le frasi lesive della propria reputazione. Pertanto, il giudice può ritenere integrato il reato di ingiuria anche quando le parole offensive siano state pronunciate in un luogo privato, ma siano state comunque percepite dalla persona offesa, essendo sufficiente che l'agente abbia avuto la consapevolezza della presenza della vittima e della possibilità che questa potesse udire le espressioni lesive. Inoltre, la mancata impugnazione della sentenza di primo grado da parte del pubblico ministero impedisce al giudice di appello di aggravare la pena, anche qualora sia stata riconosciuta la responsabilità dell'imputato per ulteriori reati non contestati in primo grado. In tali casi, il giudice di appello è vincolato alla pena inflitta in primo grado, non potendo modificarla in peius.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) GU. CL. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 7/2007 TRIBUNALE di PERUGIA, del 03/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CARROZZA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che conclude per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avv. ((omissis))…

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