Cassazione penale Sez. I sentenza n. 8696 del 6 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:8696PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si differenzia dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona non tanto per la materialità del fatto, che può essere identica, quanto per l'elemento intenzionale che, nell'ipotesi disciplinata dall'art. 629 c.p., è caratterizzato dalla coscienza dell'agente che quanto egli pretende non gli è dovuto. Tuttavia, quando la minaccia si estrinseca in forme di tale forza intimidatoria da andare al di là di ogni ragionevole intento di far valere un proprio (preteso) diritto, allora la coartazione dell'altrui volontà assume ex se i caratteri dell'ingiustizia, con la conseguenza che, in situazioni del genere, anche la minaccia tesa a far valere quel diritto si trasforma in una condotta estorsiva. L'aggravante prevista dall'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 può configurarsi in due distinte ipotesi: la prima ricorre quando l'agente, pur senza essere partecipe o concorrere in reati associativi, delinque con metodo mafioso, ponendo in essere una condotta idonea ad esercitare una particolare coartazione psicologica, non necessariamente su una o più persone determinate, ma, all'occorrenza, anche su un numero indeterminato di persone, conculcate nella loro libertà e tranquillità, con i caratteri propri dell'intimidazione derivante dall'organizzazione criminale della specie considerata; la seconda ipotesi postula che il reato sia commesso al fine specifico di agevolare l'attività di un'associazione di tipo mafioso, il che implica necessariamente l'esistenza reale, e non più semplicemente supposta, di un'associazione di stampo mafioso. L'aggravante in questione, in entrambe le forme in cui può atteggiarsi, è applicabile a tutti coloro che, in concreto, ne realizzano gli estremi, sia che essi siano partecipi di un sodalizio di stampo mafioso sia che risultino ad esso estranei.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. BONITO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - rel. Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 669/2011 TRIB. LIBERTA' di MESSINA, del 17/08/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA CASSANO;

sentite le conclusioni del PG Dott. E. Cesqui che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;

Uditi i difensori avv. (OMISSIS) e (OMISSIS) che hanno entrambi chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il 17 agosto 2011 il …

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