Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8565 del 26 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8565PEN

Massima

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Le dichiarazioni accusatorie rese dalla persona offesa, anche se costituita parte civile, sono utilizzabili in sede penale ai fini dell'accertamento della responsabilità dell'imputato, in quanto il processo penale risponde all'interesse pubblicistico di accertare la verità dei fatti, senza che tale accertamento possa essere condizionato dall'interesse individuale rispetto ai profili privatistici connessi al risarcimento del danno provocato dal reato. Il giudice, pertanto, è tenuto a valutare compiutamente le dichiarazioni della persona offesa, senza poter disattenderle sulla base della mera circostanza che essa abbia assunto la veste di parte civile, essendo tale qualità irrilevante ai fini della valutazione della prova testimoniale in ambito penale. La mancata o erronea valutazione delle dichiarazioni accusatorie della persona offesa costituisce vizio di motivazione della sentenza, che deve essere annullata e rinviata per un nuovo esame del materiale probatorio alla luce del principio di diritto enunciato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di LECCE;

nei confronti di:

1) VI. AN. N. IL (OMESSO);

2) PI. VI. N. IL (OMESSO);

3) FA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 26/05/2005 GIUDICE DI PACE di GROTTAGLIE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DIDONE ANTONIO;

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