Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27592 del 6 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:27592PEN

Massima

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Il reato di estorsione sussiste quando l'agente, mediante minaccia, si fa consegnare denaro o altra utilità patrimoniale, senza che vi sia alcuna pretesa giuridica azionabile dinanzi all'autorità giudiziaria. La mera convinzione soggettiva dell'autore circa la legittimità della propria pretesa non è sufficiente ad escludere il dolo del reato, essendo necessario che tale pretesa trovi effettivo riscontro in una situazione giuridica tutelabile. Inoltre, risponde del concorso nel reato di estorsione anche colui che, pur non essendo l'autore materiale della minaccia, accompagna l'agente principale e con il proprio atteggiamento ne rafforza la credibilità, accettando il denaro indebitamente ottenuto. Il mero atto di presenza, senza un ruolo attivo nella commissione del fatto, non è sufficiente ad escludere la responsabilità concorsuale, qualora emerga che l'agente abbia consapevolmente e volontariamente partecipato all'illecita iniziativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe Mari - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. RU. DA. nato il (OMESSO);

2. TR. VA. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 24/05/2004 della Corte di Appello di Milano;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. LO VOI Francesco ha concluso per il rigetto;

Udito il difensore avv. CORNALBA Giuseppe che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.<…

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