Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30087 del 20 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30087PEN

Massima

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Il reato di diffamazione sussiste quando l'agente, consapevolmente, faccia uso di parole ed espressioni socialmente interpretabili come offensive, senza che rilevi la sussistenza di un animus iniuriandi vel diffamandi, essendo sufficiente il dolo generico. La scriminante della legittima difesa non può essere invocata quando le espressioni offensive siano state pronunciate in un contesto estraneo alla necessità di reagire ad un'offesa ingiusta, ma siano state utilizzate per spiegare ad un terzo le ragioni di un precedente comportamento, anche se ritenuto dannoso. In tali casi, le frasi diffamatorie, pur essendo state pronunciate in un colloquio con un difensore, assumono rilevanza penale in quanto comunicate a più persone presenti, essendo questo elemento costitutivo del reato di diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. CORRADINI Grazia - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di LO. GI. Vi. Sa. , nato a (OMESSO);

UG. Ch. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza pronunciata in data 26 novembre 2008 dal Tribunale di Cagliari;

- udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. Renato BRICCHETTI;

sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del S. Procuratore Generale Dott. DELEHAYE Enrico, che ha chiesto rigettarsi i ricorsi;

- udito il di…

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