Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17531 del 24 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17531PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropri di denaro o altra cosa mobile di cui sia entrato in possesso per ragioni del suo ufficio o servizio, anche se non rientrante nelle sue specifiche competenze o attribuzioni, integra il reato di peculato, essendo sufficiente che il possesso del bene sia frutto di una occasionale coincidenza con la funzione esercitata. L'elemento soggettivo del reato sussiste anche qualora il denaro sia stato inizialmente riposto in un luogo di pertinenza dell'amministrazione, purché il pubblico agente lo abbia successivamente destinato al proprio profitto personale. La mancanza di titolo per ricevere direttamente il pagamento non esclude la configurabilità del peculato, essendo sufficiente che il denaro sia stato acquisito nell'esercizio delle funzioni pubbliche. La valutazione della prova e la ricostruzione dei fatti compiuta dai giudici di merito, se congruamente motivata, è insindacabile in sede di legittimità, salvo i casi di manifesta illogicità o contraddittorietà. La norma di cui all'art. 405 c.p.p., introdotta dalla L. 46/2006, che prevede la richiesta di archiviazione da parte del P.M. in caso di pronuncia della Corte di Cassazione sull'insussistenza di gravi indizi, non trova applicazione retroattiva a procedimenti già definiti con sentenza prima della sua entrata in vigore. Il giudice di appello non è tenuto a motivare in ordine alla congruità della pena inflitta dal giudice di primo grado, qualora il condannato non abbia proposto specifici motivi di gravame in tal senso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) IN. DO. , N. il (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/01/2006 CORTE APPELLO di TRIESTE;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dr.ssa MATERA Lina;

Sentito il P.G. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Sentito per il ricorrente l'Avv. Balbo Ciro, quale sostituto processuale dell'Avv. Armando Veneto, che si riporta ai motivi di…

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