La litispendenza, quale istituto processuale volto a evitare il rischio di pronunce contrastanti, non trova applicazione quando i giudizi pendono dinanzi al medesimo ufficio giudiziario, anche se innanzi allo stesso magistrato, in quanto in tale ipotesi trova applicazione il diverso istituto della riunione delle cause, disciplinato dall'art. 273 c.p.c. Pertanto, la contemporanea pendenza di più procedimenti relativi alla stessa causa dinanzi al medesimo giudice non integra il presupposto della litispendenza di cui all'art. 39 c.p.c., comma 1, che richiede la pendenza della stessa causa davanti a giudici diversi, ma dà luogo all'applicazione delle disposizioni sulla riunione delle cause. In tal caso, il giudice è tenuto a disporre la riunione dei procedimenti, al fine di assicurare l'uniforme trattazione e decisione della medesima controversia. Le spese processuali relative al giudizio di legittimità in cui è stata erroneamente eccepita la litispendenza sono poste a carico della parte che ha sollevato tale eccezione, mentre per il resto del rapporto processuale si dispone la compensazione delle spese, in considerazione del rilievo d'ufficio della mancanza del presupposto della litispendenza.