Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17947 del 11 giugno 2020

ECLI:IT:CASS:2020:17947PEN

Massima

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Il diritto di cronaca, quale causa di giustificazione della diffamazione a mezzo stampa, richiede che la notizia diffusa abbia un interesse pubblico, che i fatti riportati siano veritieri e che il giornalista abbia adempiuto al dovere di verifica delle fonti. Tuttavia, la mera attribuzione di opinioni ritenute lesive dell'onore altrui ad un intervistato anonimo, senza che il giornalista ne abbia verificato la fondatezza, non integra tale scriminante, rendendo il reato di diffamazione configurabile. Inoltre, la condanna alle statuizioni civili in favore delle persone offese non può prescindere da una effettiva disamina della vicenda nel merito, non potendo essere fondata sulla sola declaratoria di prescrizione del reato. Infine, la costituzione di parti civili distinte per la medesima contestazione, seppur riferita a persone offese diverse, non giustifica una duplicazione ingiustificata delle spese processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/01/2019 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BRANCACCIO MATILDE;
udito il Sostituto Procuratore Generale LIGNOLA FERDINANDO che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la decisione in epigrafe, la Corte d'Appello di Lecce, in riforma della sentenza emessa dal Tribunale di…

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