Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza breve n. 6567 del 2014

ECLI:IT:TARNA:2014:6567SENB

Massima

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Il provvedimento amministrativo di annullamento in autotutela di un precedente atto illegittimo, adottato dall'amministrazione competente, determina la cessazione della materia del contendere nel giudizio promosso per l'impugnazione di tale atto, rendendo il ricorso improcedibile ai sensi dell'art. 35, comma 1, lett. c), del codice del processo amministrativo. In tali casi, il giudice amministrativo, constatata la sopravvenuta carenza di interesse delle parti alla decisione, dichiara l'improcedibilità del ricorso, compensando le spese di lite in considerazione della soluzione stragiudiziale della controversia sostanziale. Il principio di diritto affermato nella sentenza è che l'annullamento in autotutela di un provvedimento amministrativo impugnato determina la cessazione della materia del contendere, rendendo il ricorso improcedibile ai sensi dell'art. 35, comma 1, lett. c), c.p.a. Ciò comporta la dichiarazione di improcedibilità del ricorso da parte del giudice amministrativo e la compensazione delle spese di lite, in considerazione della soluzione stragiudiziale della controversia. La massima evidenzia come l'esercizio del potere di autotutela da parte della pubblica amministrazione, con l'annullamento del provvedimento illegittimo, faccia venir meno l'interesse delle parti alla decisione giurisdizionale, determinando l'improcedibilità del ricorso. Essa sottolinea altresì come, in tali casi, il giudice debba compensare le spese di lite, tenendo conto della definizione stragiudiziale della vicenda sostanziale.

Sentenza completa

N. 02213/2014
REG.RIC.

N. 06567/2014 REG.PROV.COLL.

N. 02213/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 74 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 2213 del 2014, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
De Rosa Antonia, rappresentata e difesa dagli avv.ti Pasquale Fornaro e Paola Ammendola, con i quali elettivamente domicilia in Napoli, via Caracciolo n. 15;

contro

Comune di Arzano, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall'avv. Antonio Messina, con il quale elettivamente domicilia in Napoli, viale Gramsci n. 19;

nei confronti di

Genoeffa De Rosa, rappresentata e difesa dall'avv. Antonio Camarca, con il quale elettivamente domicilia in Napoli, via Reggia di Portici n. 69;

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