Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19219 del 9 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19219PEN

Massima

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Il possesso di un coltello, anche di dimensioni ridotte, integra il reato di cui all'art. 4 della L. n. 110 del 1975, salvo che il soggetto non fornisca una giustificazione plausibile e tempestiva del porto, strettamente connessa all'attività lavorativa svolta. Ai fini della concessione dell'attenuante della lieve entità, il giudice deve valutare non solo le dimensioni dello strumento, ma anche tutte le modalità del fatto e la personalità del reo, considerando anche eventuali precedenti penali di modesta entità e l'attuale attività lavorativa del soggetto, al fine di determinare il significato complessivo da attribuire al porto ingiustificato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 4255/2014 CORTE APPELLO di MILANO, del 16/01/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DI GIURO Gaetano;
udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CORASANITI Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 16/01/15 la Corte di appello di Milano confermava la pronuncia del G.i.p. del Tribunale di M…

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