Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13429 del 11 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:13429PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minacce o violenza, costringe la vittima a consegnare una somma di denaro o altro bene, a prescindere dall'effettivo conseguimento del profitto o dal consolidarsi del danno per il soggetto passivo. Pertanto, il delitto di estorsione è consumato al momento della consegna della prestazione illecitamente pretesa, anche qualora l'intervento tempestivo delle forze dell'ordine impedisca all'autore di trarre vantaggio dal reato. Le minacce di morte e di danneggiamento dell'attività commerciale, accompagnate dalla richiesta di chiusura dell'esercizio e di cessione dell'attività, integrano gli estremi dell'estorsione, non potendosi ritenere tali condotte mera esecuzione arbitraria di un preteso diritto. La valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, riscontrate da altri elementi probatori, rientra nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, salvo che non si ravvisi un travisamento della prova, debitamente allegato e dimostrato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - rel. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 1.10.2011 del Tribunale di Catania, sezione riesame;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in Camera di consiglio la relazione del Consigliere Dott. Antonio Manna;

udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. Enrico Delehaye, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore Avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FA…

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