Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34215 del 5 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:34215PEN

Massima

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Il reato di minaccia è un reato di pericolo, per cui è sufficiente che la condotta minacciosa sia idonea a cagionare un effettivo turbamento o diminuzione della libertà morale della persona offesa, a prescindere dal verificarsi di tali effetti in concreto. La valutazione dell'idoneità intimidatrice della minaccia deve essere effettuata in base a un criterio medio e in relazione alle circostanze del caso specifico, senza che sia necessario che la persona offesa si sia effettivamente sentita intimidita. L'indeterminatezza del male minacciato non rileva, purché questo sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente. Il giudice non può, pertanto, ritenere decisiva la mancata verificazione di un effettivo stato di intimidazione della persona offesa, applicando erroneamente l'articolo 612 c.p. come reato di evento anziché di pericolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico Giusep - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TERNI;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6/2013 GIUDICE DI PACE di CITTA' DELLA PIEVE, del 09/04/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/06/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CANEVELLI Paolo che ha concluso per l'annullamento con rinvi…

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