Il mancato rispetto delle prescrizioni inerenti a una misura cautelare disposta nell'ambito di un procedimento di estradizione, tale da rendere altamente probabile la fuga dell'indagato per sottrarsi alla consegna alle autorità straniere, legittima il ripristino della custodia cautelare in carcere, in applicazione del principio per cui la violazione delle condizioni imposte con una misura cautelare meno afflittiva comporta il ritorno alla misura più grave originariamente applicata, al fine di assicurare l'esito del procedimento estradizionale. Ciò in quanto l'elusione delle prescrizioni cautelari, specie se protratta nel tempo senza che l'indagato dia notizie della propria dimora, fa presumere il concreto pericolo di fuga, giustificando il ripristino della custodia in carcere quale misura necessaria e proporzionata a garantire la disponibilità dell'indagato nel procedimento di consegna alle autorità straniere. Il principio trova applicazione indipendentemente dalla minore età dell'indagato, laddove questi non possa più considerarsi tale ai fini estradizionali, essendo venuta meno la condizione che aveva giustificato l'applicazione di misure cautelari speciali per i minorenni.