Il vincolo paesaggistico e la destinazione urbanistica a verde pubblico di un'area costituiscono ostacoli insuperabili alla sanatoria edilizia, anche in caso di opere realizzate anteriormente all'apposizione del vincolo, in quanto la conformità urbanistica ed il rispetto dei vincoli ambientali rappresentano condizioni inderogabili per l'accoglimento delle istanze di condono. L'incompetenza del dirigente comunale all'adozione del provvedimento di diniego di condono è priva di rilievo, atteso che la legge attribuisce alla dirigenza una competenza generale all'adozione degli atti di gestione, ivi compresi quelli in materia edilizia. Inoltre, l'omessa acquisizione del parere previsto dall'art. 32 della legge n. 47/1985 non determina l'illegittimità del provvedimento di diniego, in quanto tale disposizione non trova applicazione nel caso di opere abusive realizzate su immobili soggetti a vincoli ambientali e paesaggistici, per le quali è espressamente esclusa la possibilità di sanatoria. Infine, la circostanza che l'area ricada all'interno di una Zona di Protezione Speciale individuata ai sensi della normativa comunitaria sulla tutela della biodiversità costituisce un ulteriore elemento ostativo alla sanatoria, a prescindere dalla vigenza di piani urbanistici attuativi, in quanto la legge regionale n. 12/2004 esclude la possibilità di condono per le opere realizzate in tali aree.