Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16449 del 28 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16449PEN

Massima

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Il sequestro penale di beni, disposto nell'ambito di un procedimento penale, cessa di produrre effetti una volta che i beni sono stati restituiti al legittimo proprietario o alla procedura fallimentare competente. In tali casi, le eventuali ulteriori rivendicazioni sui beni residui devono essere fatte in sede civile, attraverso l'azione di rivendica o di risarcimento del danno, senza poter più invocare la competenza del giudice penale. Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza che dichiara inammissibile l'istanza di restituzione di beni sequestrati è inammissibile, in quanto il giudice di legittimità non può riesaminare nel merito le valutazioni svolte dai giudici del merito cautelare, se non per vizi di motivazione inesistente, incomprensibile o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria Cristin - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TH. S.R.L.;

1) PA. VA. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 48/2009 TR1B. LIBERTA' di PARMA, del 02/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'Angelo G., che ha chiesto declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

udito il difensore avv. Pontin M., che ha chiesto l'accoglimento del proposto ri…

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