La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: L'Amministrazione comunale, nel rispetto del principio di equivalenza di cui all'art. 52, comma 1-ter, del d.lgs. n. 42/2004, può disporre la temporanea rilocalizzazione di attività commerciali tradizionali, come quella degli "Urtisti" (venditori ambulanti di souvenir, cartoline, immagini sacre, ecc.), dalle aree di particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, al fine di tutelare il decoro e la fruibilità di tali beni culturali, purché la nuova collocazione assicuri un'omogenea potenzialità reddituale e non imponga limitazioni dimensionali o orarie non adeguatamente motivate e conformi alla disciplina regolamentare applicabile. L'Amministrazione, nel riesaminare la posizione degli operatori interessati, deve garantire la loro partecipazione e valutare eventuali proposte alternative di ricollocazione, ferma restando la natura provvisoria del provvedimento di delocalizzazione, in vista dell'adozione di una pianificazione definitiva del commercio su aree pubbliche.