Cassazione penale Sez. II sentenza n. 39952 del 5 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:39952PEN

Massima

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Il reato di estorsione sussiste quando l'agente, mediante minaccia o violenza, costringe la vittima a compiere un atto di disposizione patrimoniale, anche se tra le parti vi sia stata una precedente relazione personale o sentimentale. La coartazione della volontà della persona offesa può essere desunta da plurimi elementi probatori, quali le sue dichiarazioni, le deposizioni testimoniali e il contenuto di comunicazioni intercettate, senza che sia necessario che la vittima sia stata indotta in errore o tratta in inganno. Ciò che rileva è che il pagamento sia stato effettuato non per libera scelta, ma per evitare conseguenze negative prospettate dall'agente, anche se non direttamente minacciate. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, può fare riferimento agli elementi probatori già esaminati dal primo giudice, senza che ciò integri un vizio di motivazione denunciabile in cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/02/2017 della CORTE APPELLO di CAGLIARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. IGNAZIO PARDO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa MARINELLI Felicetta, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.1 Con sentenza in data 15 febbraio 2017 la corte di appello di Cagliari confermava…

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