Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo sentenza n. 2055 del 2012

ECLI:IT:TARPA:2012:2055SENT

Massima

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La carenza di motivazione di un provvedimento amministrativo di diniego, che non fornisce sufficienti argomenti a supporto della decisione, comporta l'annullamento del provvedimento stesso da parte del giudice amministrativo. L'amministrazione è tenuta a riesaminare la questione, adottando un nuovo provvedimento adeguatamente motivato, nel rispetto del principio di trasparenza e del diritto di difesa del destinatario. Il giudice, nell'accogliere il ricorso per carenza di motivazione, può disporre la condanna dell'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio a favore del ricorrente. Il provvedimento amministrativo deve essere sorretto da una motivazione chiara, esplicita e congrua, che renda conto in modo esauriente delle ragioni poste a fondamento della decisione, in modo da consentire al destinatario di comprenderne la portata e di poter esercitare adeguatamente il proprio diritto di difesa. La mera enunciazione di formule generiche o di affermazioni apodittiche, prive di adeguato supporto argomentativo, non è sufficiente a integrare il requisito della motivazione, rendendo il provvedimento illegittimo per violazione di legge. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità del provvedimento, verifica la congruità e la logicità della motivazione, censurando l'atto in caso di carenza o di manifesta illogicità o irragionevolezza della stessa. L'annullamento del provvedimento per vizio di motivazione comporta la necessità per l'amministrazione di riesaminare la questione, adottando un nuovo atto adeguatamente motivato, nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa. Inoltre, il giudice, nell'accogliere il ricorso per carenza di motivazione, può condannare l'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio a favore del ricorrente, quale conseguenza della soccombenza e del riconoscimento della fondatezza delle censure sollevate. Tale condanna rappresenta un ulteriore strumento di tutela del cittadino avverso l'operato illegittimo della pubblica amministrazione. In conclusione, la motivazione del provvedimento amministrativo costituisce un elemento essenziale e imprescindibile, la cui carenza o inadeguatezza determina l'annullamento dell'atto da parte del giudice amministrativo, con conseguente obbligo per l'amministrazione di riesaminare la questione e adottare un nuovo provvedimento debitamente motivato. Il giudice, inoltre, può condannare l'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio, quale ulteriore forma di tutela del cittadino.

Sentenza completa

N. 01233/1999
REG.RIC.

N. 02055/2012 REG.PROV.COLL.

N. 01233/1999 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1233 del 1999, proposto da:
Papa Pasquale, rappresentato e difeso dall'avv. Rosario Culotta, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Ferdinando Mazzarella sito in Palermo, via Caltanissetta 1;

contro

Assessorato Reg.Le Per i Bb.Cc.Aa. e P.I., in persona dell’Assessore pro tempore, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo presso i cui uffici di via A. De Gasperi 81 è domiciliato;

per l'annullamento

del decreto dell’Assessorato BB.CC.AA. n. 5003 dell’8.1.1999 con il quale è stato respinto il ricorso gerarchico proposto avverso …

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