Cassazione penale Sez. II sentenza n. 36545 del 11 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:36545PEN

Massima

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Il delitto di estorsione (art. 629 c.p.) si differenzia dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona (art. 393 c.p.) non tanto per la materialità del fatto, che può essere identica, quanto per l'elemento intenzionale, nell'estorsione caratterizzato dalla consapevolezza dell'agente che quanto egli pretende non gli è dovuto. Pertanto, perché possa configurarsi il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, è necessario che l'agente sia soggettivamente - pur se erroneamente - convinto dell'esistenza del proprio diritto e che tale diritto riceva astrattamente tutela giurisdizionale. Diversamente, qualora la condotta sia diretta al conseguimento di un ingiusto profitto patrimoniale, con danno altrui, integra il delitto di estorsione, che costituisce un titolo specifico di violenza privata, differenziandosi da questa per l'elemento dell'ingiusto profitto, che nell'estorsione costituisce il dato caratteristico dell'azione e il momento consumativo del reato. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato di estorsione, è irrilevante che la richiesta di denaro o di altra utilità patrimoniale sia formulata mediante minaccia di un "tacere" o di un "fare", purché tali condotte abbiano comunque valenza e contenuti patrimoniali pienamente valutabili sul piano economico e siano suscettibili di arrecare un considerevole danno alle parti offese ed un ingiustificato profitto agli imputati. Infine, la responsabilità concorrente dell'imputato nel reato di estorsione consumata può essere affermata anche quando la richiesta di denaro sia stata materialmente effettuata da un concorrente, qualora risulti provato che tale richiesta si ricollegava chiaramente alle pretese di risarcimento formulate congiuntamente dai due imputati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - rel. Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) YU. FA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 935/2007 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 16707/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/09/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udito il Sostituto Procuratore Generale dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il Difensore, Avv. ((omissis)) in sostituzione dell'Avv. ((omissis)).

che ha concluso per l&#…

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