Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'annullare il provvedimento di sospensione dell'attività di un circolo privato, ha affermato il principio secondo cui l'attività di somministrazione di alimenti e bevande svolta all'interno di un circolo privato nei confronti dei propri soci non è soggetta all'obbligo di preventiva segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) al SUAP, in quanto l'accesso al circolo e la conseguente fruizione del servizio di somministrazione sono riservati ai soli soci, i quali acquisiscono tale qualifica mediante il pagamento di una quota associativa. Pertanto, la mera circostanza che i soci debbano compilare un modulo e versare una quota per accedere al circolo non integra gli estremi dell'attività commerciale aperta al pubblico, che richiede il previo rilascio di un'autorizzazione amministrativa. Il Tribunale ha così affermato il principio secondo cui l'attività di somministrazione di alimenti e bevande svolta all'interno di un circolo privato nei confronti dei propri soci, regolarmente iscritti secondo le previsioni statutarie e previo pagamento della quota associativa, non è soggetta all'obbligo di preventiva SCIA, in quanto tale attività rientra nell'ambito della normale gestione del circolo e non integra gli estremi dell'attività commerciale aperta al pubblico.