La pubblica amministrazione ha l'obbligo di concludere il procedimento amministrativo avviato su istanza di parte, adottando un provvedimento espresso, positivo o negativo, entro il termine previsto dalla legge, in ossequio al principio di buon andamento e imparzialità sancito dall'art. 97 Cost. e al generale dovere di provvedere codificato dall'art. 2 della L. n. 241/1990. Il silenzio serbato dall'amministrazione in violazione di tale obbligo configura un'illegittima inerzia, sindacabile in sede giurisdizionale, che legittima il giudice amministrativo ad ordinare all'amministrazione di provvedere entro un termine perentorio, con possibilità di nomina di un commissario ad acta in caso di perdurante inadempimento. Ciò vale anche nei casi in cui il procedimento sia stato avviato su istanza di parte volta ad ottenere la retrocessione di beni oggetto di precedente cessione volontaria all'amministrazione per la realizzazione di opere pubbliche, ai sensi degli artt. 46 e 47 del d.lgs. n. 327/2001, qualora tali opere non siano state realizzate e i beni risultino inutilizzati, atteso il diritto del privato alla restituzione dei beni medesimi, previa determinazione del prezzo e dichiarazione di inservibilità.