Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46333 del 20 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:46333PEN

Massima

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Il reato di violenza privata di cui all'art. 610 c.p. sussiste anche in presenza di minacce implicite o di semplici atteggiamenti intimidatori del soggetto attivo, idonei a eliminare o ridurre sensibilmente la capacità della persona offesa di determinarsi e di agire secondo la propria indipendente volontà, in relazione al contesto relazionale in cui si inserisce la condotta. La violenza o la minaccia devono precedere la costrizione, ma non è necessario che la vittima non abbia consegnato il bene o compiuto l'atto richiesto, essendo sufficiente che la consegna o l'atto siano stati il frutto della coartazione della sua libertà. Ai fini della valutazione della credibilità della persona offesa, il giudice di merito non è tenuto a prendere in considerazione ogni singola argomentazione difensiva, essendo sufficiente che egli indichi le ragioni che sorreggono la decisione adottata, dimostrando di aver tenuto presente ogni fatto decisivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata dalla corte di appello di Messina il 26.3.2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo;

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito per il ricorrente il difensore di fiducia, avv. (OMISSIS) del Foro di (OMISSIS…

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