Il decreto di espropriazione, adottato dopo la scadenza del termine massimo di durata della dichiarazione di pubblica utilità, è affetto da vizi di violazione di legge, in quanto l'art. 13 e 26 del D.P.R. n. 327/2001 prevedono che il decreto di esproprio debba essere emanato entro il termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità. In assenza di un valido decreto di esproprio, l'apprensione delle aree di proprietà del ricorrente è avvenuta illegittimamente e la loro detenzione sine titulo da parte dell'Amministrazione costituisce un illecito permanente, che non può essere sanato mediante l'applicazione di istituti di mero diritto pretorio, come la c.d. accessione invertita. Pertanto, l'Amministrazione è tenuta a scegliere, in via alternativa, tra la restituzione dei terreni illegittimamente occupati, previa riduzione in pristino stato e il risarcimento del danno, ovvero l'acquisizione autoritativa del bene ex art. 42 bis d.p.r. n. 327/2001 con effetto ex nunc e la corresponsione delle somme ivi previste, ovvero l'adozione di un accordo negoziale con la parte ricorrente.