Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18719 del 4 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:18719PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere disposto quando sussistono gravi indizi di reato e fondati elementi per ritenere che i beni siano il frutto, il prodotto o il reimpiego di attività illecite, ovvero che costituiscano il prezzo, il prodotto o il profitto di un reato, anche se commesso da terzi. A tal fine, il giudice può desumere la riconducibilità dei beni all'indagato dalla disponibilità di fatto degli stessi, anche se formalmente intestati a terzi, sulla base di elementi indiziari quali: l'incompatibilità tra il valore dei beni e la capacità reddituale dichiarata dall'indagato, l'utilizzo di conti correnti intestati a terzi ma di fatto nella disponibilità dell'indagato, la mancanza di una giustificazione plausibile circa l'acquisto dei beni da parte del soggetto formalmente intestatario. In tali ipotesi, il giudice non è tenuto a fornire una dimostrazione analitica e incontrovertibile della riconducibilità dei beni all'indagato, essendo sufficiente una motivazione logica e coerente che evidenzi la sussistenza di gravi indizi di reato e di un nesso di pertinenzialità tra i beni e l'attività illecita, anche sulla base di presunzioni semplici purché logiche e non arbitrarie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

Dott. CERSOSIMO Emanuele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 07/09/2022 del Tribunale del Riesame di Roma;
udita la relazione svolta dal ((omissis)) CERSOSIMO;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Lidia GIORGIO che ha chiesto il rigetto del ricorso.
udite le conclusioni del difensore della ricorrente, Avv. (OMISSIS), che ha insistito nei motivi di ricorso e chiesto l'annullamento dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO

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