Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10281 del 15 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:10281PEN

Massima

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Il reato di incendio doloso di cosa altrui si configura quando il fuoco appiccato, pur senza forza prorompente e distruttrice, tende a diffondersi e non può essere facilmente spento, ponendo in pericolo l'incolumità pubblica. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che l'incendio abbia raggiunto proporzioni devastanti, essendo sufficiente che il fuoco sia idoneo a propagarsi e a compromettere la stabilità dell'edificio. Quando l'incendio interessi contemporaneamente cose altrui e proprie, l'azione delittuosa non può essere frazionata e la violazione meno grave (incendio di cosa propria) resta assorbita in quella più grave (incendio di cosa altrui), per la quale il pericolo per l'incolumità pubblica è da considerarsi presunto. Il giudizio di equivalenza tra la recidiva reiterata e le circostanze attenuanti generiche, ai fini della determinazione della pena, presuppone che la recidiva sia ritenuta effettivamente idonea ad influire sul trattamento sanzionatorio del fatto per cui si procede, in relazione alla maggiore colpevolezza e pericolosità sociale del reo; ove il giudice ritenga la recidiva inapplicabile, deve tenere conto solo delle circostanze attenuanti, senza alcuno spazio per il giudizio di comparazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonell - rel. Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M.S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza in data 10 novembre 2010 della Corte di appello di Trieste nel proc. n. 887/2008;

Visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione svolta, nella pubblica udienza del 29 novembre 2011, dal Consigliere Dr. ((omissis));

udite le conclusioni del Pubblico Ministero presso questa corte di cassazione, in persona…

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