Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11530 del 9 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:11530PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni appartenenti a terzi, sul presupposto che appartengano di fatto all'indagato, è legittimo solo se l'accusa dimostra, attraverso elementi fattuali gravi, precisi e concordanti, che il terzo intestatario si sia prestato alla titolarità apparente al solo fine di favorire la permanenza dell'acquisizione del bene in capo all'indagato e di salvaguardarlo dal pericolo della confisca. Tuttavia, una volta che il terzo abbia assolto l'onere di allegare gli elementi dai quali desumere la sua esclusiva titolarità del bene, il sequestro deve essere revocato, essendo irrilevante la prova che manchino i presupposti previsti dalla legge per il sequestro, in quanto il bene è definitivamente uscito dalla disponibilità dell'indagato. La motivazione del provvedimento che dispone il sequestro deve essere adeguata e coerente, non potendo basarsi su meri elementi indiziari o assertivi, ma dovendo esplicitare le ragioni della ritenuta interposizione fittizia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
contro l'ordinanza del 24/08/2016 del Tribunale del riesame di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. G. Rago;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio dell'ordinanza.
FATTO E DIRITTO
1. (OMISSI…

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