Il dolo diretto, anche nella forma del dolo alternativo, è sufficiente a integrare il delitto di tentato omicidio, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento morte, quando l'azione delittuosa sia caratterizzata dall'uso di un'arma micidiale, dalla pluralità dei colpi esplosi, dalla vicinanza tra aggressore e vittima e dalla direzione dei colpi verso zone corporee contenenti organi vitali, tali da cagionare lesioni gravi. Il concorso anomalo ex art. 116 c.p. non ricorre quando gli elementi probatori accreditano la consapevolezza e volontà del concorrente di partecipare all'azione delittuosa, integrando così il concorso ordinario ex art. 110 c.p. L'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p. e quella della recidiva ex art. 99 c.p. sono configurabili quando emergano, rispettivamente, il collegamento dell'azione criminosa con le attività illecite riconducibili a un contesto mafioso e la precedente condanna per reati della stessa indole, anche se non espressamente contestati.