La pubblicità delle sedute di gara, in particolare per l'apertura delle offerte, costituisce un principio fondamentale dell'evidenza pubblica, inderogabile anche nelle procedure che richiedono una valutazione tecnico-discrezionale per la scelta dell'offerta più vantaggiosa. L'integrale omissione di fasi pubbliche della procedura, svolta interamente in seduta riservata senza alcun preavviso ai candidati, integra un vizio di legittimità che comporta l'annullamento della gara, a prescindere dalla dimostrazione di un'effettiva lesione della trasparenza o della parità di trattamento tra i concorrenti. La tutela della par condicio e della imparzialità dell'azione amministrativa impone che l'apertura delle offerte economiche avvenga in seduta pubblica, potendo svolgersi in seduta riservata la sola valutazione tecnico-qualitativa delle offerte, al fine di evitare indebite influenze esterne sui giudizi della commissione giudicatrice. L'assunto difensivo secondo cui l'automatismo applicativo di regole "meccaniche" predeterminate dalla lettera di invito avrebbe consentito all'amministrazione di non procedere alla fissazione dei sub-criteri previsti dall'art. 83 del codice dei contratti, risulta contraddittorio con la tesi della discrezionalità valutativa sulla scelta del contraente, addotta a giustificazione dell'integrale omissione di fasi pubbliche della procedura.