Il diniego della domanda di emersione dal lavoro irregolare non può essere fondato su meri errori formali o su dati incompleti, quando il richiedente ha fornito tempestivamente e documentalmente le necessarie integrazioni e precisazioni in sede procedimentale, dimostrando il possesso dei requisiti richiesti dalla normativa. Il giudice amministrativo, in tali casi, deve annullare il provvedimento di rigetto e rinviare all'amministrazione per le ulteriori determinazioni, in applicazione del principio di leale collaborazione procedimentale e di tutela dell'affidamento del privato. Il reddito del datore di lavoro, anche se inferiore al minimo previsto dalla normativa, può essere integrato con il reddito del coniuge, purché quest'ultimo risulti documentalmente disponibile a metterlo a disposizione per l'assunzione del lavoratore. Parimenti, l'erronea indicazione del livello contrattuale nella domanda di emersione non può comportare il rigetto dell'istanza, quando il richiedente dimostri che il rapporto di lavoro si svolge effettivamente con un inquadramento compatibile con il part-time richiesto. L'amministrazione, in sede di valutazione della domanda di emersione, è tenuta a considerare tutte le integrazioni e precisazioni fornite dal privato nel corso del procedimento, senza poter limitarsi a confermare acriticamente i rilievi contenuti nel preavviso di rigetto. Il giudice amministrativo, in tali casi, deve annullare il provvedimento impugnato e rinviare all'amministrazione per un nuovo esame della domanda, alla luce di tutti gli elementi acquisiti.