Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3900 del 8 marzo 1993

ECLI:IT:CASS:1993:3900PEN

Massima

Massima ufficiale
Pur mancando un "giudicato" in materia di provvedimenti "de libertate", l`istanza di revoca o di modifica della misura coercitiva non puo` limitarsi a rimettere in discussione, puramente e semplicemente, gli stessi elementi indiziari, rimasti immutati nella loro valenza e quindi nella loro gravita`, che avevano "ab initio" legittimato l`applicazione della misura. Essa presuppone, invece, un mutamento, in senso favorevole all`imputato, degli elementi di accusa o il venir meno delle esigenze cautelari e che l`istante ha l`onere di indicare, per evitare lo svolgersi di procedimenti del tutto inutili ed il ripetersi di provvedimenti negativi con motivazione priva di ogni novita`.  Pertanto, nell`ipotesi in cui difettino gli elementi di novita`, il giudice, se respinge l`istanza, non e` tenuto a dare conto dell`esistenza dei gravi indizi di colpevolezza, essendo sufficiente al riguardo, ove non intenda discostarsi dalle valutazioni svolte nel provvedimento impositivo della misura, l`implicito rinvio alla motivazione in esso contenuta; deve invece valutare il persistere delle esigenze cautelari, essendo suo preciso compito, a norma dell`art. 299 cod. proc. pen., provvedere anche di ufficio alla revoca o sostituzione della misura qualora esse risultino mancanti, "anche per fatti sopravvenuti", o non piu` proporzionate all`entita` del fatto o alla sanzione che si ritiene possa essere irrogata.     da vedere: Sen 07/04/1992 1108 sez 1 Pen Sen 16/03/1990 3694 sez 2 Pen

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