Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, afferma che la revoca di una gara d'appalto per la gestione di un servizio pubblico, disposta dall'amministrazione comunale in seguito a una sentenza che ne aveva imposto l'aggiudicazione alla migliore offerta, è illegittima e determina l'elusione del giudicato, qualora: 1) La revoca sia motivata con il sopravvenire dell'emergenza epidemiologica, circostanza già nota al momento dell'indizione della gara, senza che l'amministrazione abbia adeguatamente quantificato e valutato l'effettiva incidenza di tale evento sulle prestazioni contrattuali e sulla convenienza economica del contratto. 2) L'amministrazione non abbia considerato che, in un contratto di durata, la sopravvenuta variazione dei termini contrattuali comporta l'onere di revisione delle condizioni pattuite, senza che ciò possa giustificare la revoca integrale della gara. 3) L'amministrazione, dopo la revoca, indìca una nuova gara per il medesimo servizio, motivandola con l'urgenza di garantirne l'avvio, pur trattandosi di un servizio già erogato e suscettibile, nel medio periodo, di variazioni non prevedibili circa la convenienza del nuovo contratto "a misura". In tali ipotesi, la revoca della gara, disposta in assenza di concreti e adeguati motivi di interesse pubblico, determina l'elusione del giudicato che aveva imposto l'aggiudicazione alla migliore offerta, comportando la nullità degli atti di revoca.