La confisca per equivalente prevista dall'art. 322-ter c.p. è applicabile sia al prezzo che al profitto dei reati tributari di cui al D.Lgs. n. 74/2000, in virtù del rinvio "in toto" operato dalla Legge n. 244/2007, art. 1, comma 143, senza alcuna limitazione ai soli reati che prevedono il profitto come elemento costitutivo. Tuttavia, la motivazione sulla sussistenza del profitto nel caso di reati di pericolo presunto, come quello di cui all'art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000, deve essere adeguatamente argomentata e non può basarsi su meri riferimenti apoditttici, essendo necessario un esame puntuale della struttura della fattispecie incriminatrice e delle deduzioni difensive. La mancanza di una motivazione congrua e logicamente coerente sulla configurabilità del profitto, idonea a rendere comprensibile l'iter logico seguito dal giudice, integra un vizio di violazione di legge ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. b) c.p.p., in quanto correlato all'inosservanza dell'obbligo di motivazione di cui all'art. 125 c.p.p.