Cassazione penale Sez. I sentenza n. 49351 del 9 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:49351PEN

Massima

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La fabbricazione e detenzione di una bottiglia incendiaria, anche se realizzata con contenitore in plastica e non in vetro, integra il reato di detenzione di arma da guerra, in quanto l'ordigno, dotato di liquido infiammabile, sistema di chiusura e innesco, è idoneo a cagionare una deflagrazione e un incendio, producendo effetti violenti e altamente offensivi. Ai fini della configurabilità del reato di atti persecutori, sono sufficienti le dettagliate dichiarazioni della parte offesa, che riferiscano una preoccupante insistenza e determinazione nei comportamenti lesivi dell'imputato, come appostamenti sotto casa, telefonate minacciose e propositi di dare fuoco alla vittima e al figlio, anche se non pienamente riscontrate da altre fonti, purché logiche, coerenti e non contraddette da risultanze di segno opposto. Il diniego della circostanza attenuante di lieve entità del fatto può essere motivato non solo dalle caratteristiche dell'arma, ma anche dalle modalità della condotta, dalle sue finalità e dalla personalità dell'autore, elementi suscettibili di valutazione discrezionale da parte del giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) S. - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4867/2012 CORTE APPELLO di ROMA, del 12/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/11/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MONICA BONI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza resa il 12 ottobre 2012 la Corte di Appello di Roma confermava quella emess…

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