Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22624 del 29 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:22624PEN

Massima

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Il contributo consapevole e volontario di un soggetto all'attività di un'organizzazione di stampo mafioso, anche attraverso la partecipazione a interessi economici comuni, è sufficiente per configurare il reato di associazione mafiosa ai sensi dell'art. 416-bis c.p., a prescindere dall'aver personalmente posto in essere specifiche attività delittuose. L'accertamento della responsabilità penale per tale reato non richiede la prova di un contributo diretto e immediato alle attività criminose dell'associazione, essendo sufficiente la dimostrazione dell'inserimento del soggetto nel contesto organizzativo e della condivisione dei suoi scopi, anche attraverso il coinvolgimento in attività economiche riconducibili agli interessi mafiosi. I gravi indizi di colpevolezza per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. possono dunque fondarsi su elementi indiziari che dimostrino il legame del soggetto con l'organizzazione criminale, la sua consapevolezza di agire nell'interesse di quest'ultima e il suo contributo, anche indiretto, al perseguimento dei suoi fini, senza che sia necessaria la prova di specifici atti esecutivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LE. VI. n. il (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 24/12/2008 DEL TRIB. LIBERTA' di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silvana;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. FEBBRARO che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. MONACO Sergio che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 4 dicembre 2008…

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