Il motivo futile, quale aggravante del reato di lesioni personali, sussiste quando vi è una evidente sproporzione tra il movente e l'azione delittuosa, tale da denotare una particolare riprovevolezza della condotta dell'agente. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di tale aggravante, deve effettuare un'attenta analisi della dinamica del fatto e del contesto in cui esso si è verificato, senza che le argomentazioni difensive tese a prospettare una diversa interpretazione dei dati processuali possano essere accolte, in quanto inammissibili, in presenza di una motivazione adeguata e specifica. Inoltre, ai fini dell'applicazione dell'attenuante del risarcimento del danno, è necessario che il riconoscimento del danno da parte dell'imputato sia pieno ed integrale, non essendo sufficiente un'offerta risarcitoria ritenuta dal giudice di merito come inadeguata. Infine, le censure relative all'esistenza di una possibile provocazione non attengono all'applicazione dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 6, c.p. e pertanto sono inammissibili.