Il custode di beni sottoposti a sequestro penale è tenuto a garantirne la custodia diligente e la conservazione, anche in caso di eventi naturali come alluvioni, non potendo invocare la dispersione dei beni per cause esterne al fine di sottrarsi alla responsabilità penale per la loro sottrazione. Il giudice, nel valutare la credibilità di tale giustificazione, deve tenere conto della collocazione e delle modalità di deposito dei beni sequestrati, essendo irrilevante che una parte di essi fosse all'interno di un locale piuttosto che all'esterno, laddove la custodia diligente impone comunque di adottare tutte le cautele necessarie a prevenirne la dispersione. La responsabilità penale del custode per la sottrazione di beni sottoposti a sequestro sussiste pertanto anche qualora egli dimostri che la dispersione sia stata determinata da eventi naturali, ove non abbia provato di aver adottato tutte le misure idonee a scongiurarne l'accadimento. Il principio di diritto affermato mira a tutelare l'integrità del sequestro penale, quale strumento essenziale per assicurare la disponibilità di cose rilevanti ai fini del procedimento, imponendo al custode un obbligo di custodia diligente e di adozione di ogni cautela necessaria a prevenire la dispersione dei beni, a prescindere dalle cause che ne abbiano determinato l'allontanamento dalla sfera di controllo del custode.